Una galassia vastissima, che ha preso piede in una manciata di anni e ora conta circa 200 portali di annunci immobiliari operativi online. Sono tre i player di riferimento, con i volumi di traffico più significativi: Casa.it, Immobiliare.it, Idealista.it. Attorno a loro centinaia di siti, a volte minuscoli, spesso semplici aggregatori di inserzioni già pubblicate su altri portali (come ad esempio Trovit, Gohome e Nestoria), a cui si aggiungono, per chiudere il quadro, i portali di annunci generalisti, dotati di un canale immobiliare (i più noti Ebay, Subito, Kijiji).
Un metodo empirico, dunque, che tiene conto del numero di contatti e richieste di informazione generate per ogni annuncio: «Il problema – non nasconde Angeletti – è riuscire a sostenere l'investimento promozionale per ciascun annuncio, in una fase in cui i costi per inserzione crescono di anno in anno». O meglio, i costi stanno crescendo sui portali più affermati, con volumi di traffico importanti: dopo un periodo di start up durato circa 3 anni, sono passati a una strategia più redditizia e meno promozionale.Come si orientano in questa giungla le agenzie immobiliari che scommettono su questo canale per promuovere il proprio portafoglio di immobili online? Per testare la bontà di un portale «la cosa migliore è procedere a campionatura – è il consiglio di Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa (Federazione italiana agenti mediatori d'affari) – con un primo gruppo di immobili da promuovere, puntando sul sito che ha migliore copertura e più offerta in una determinata zona o per un determinato tipo di prodotto».
«Le agenzie faticano a spendere in pubblicità – è la premessa di Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) – e l'abbonamento semplice o il pacchetto base non bastano più a comparire con i propri annunci nella parte alta delle pagine web, con buona visibilità». Il rischio, ormai compreso dagli operatori, è che le inserzioni "affoghino" nel mare magnum delle offerte immobiliari e per spingere l'annuncio nelle parti alte della "classifica" bisogna investire di più su ogni singolo annuncio (oppure sforbiciare il prezzo di vendita dell'immobile almeno del 2 per cento, come prevede Idealista.it che in questo caso rilancia in automatico l'annuncio in testa alla lista della zona di competenza). Oppure ricorrere a canali alternativi, come Cercacasa.it messo a punto da Fiaip per garantire ai propri agenti associati una vetrina gratuita (inaccessibile ai privati e a pagamento per gli altri agenti non associati).
Per il resto, l'annuncio deve essere chiaro e "ricco" (foto, virtual tour, home staging sulle planimetrie, descrizione e indirizzo completo del l'immobile, anche se gli agenti sono refrattari per non perdere i mandati di vendita senza esclusiva). Ma questo, a volte, può non bastare: bisogna adottare una strategia di posizionamento sul web. Due le strade consigliate da Paolo Bellini, presidente nazionale Anama (Associazione nazionale agenti e mediatori d'affari): «Innanzitutto occorre adottare un software gestionale che dirotti in automatico ogni annuncio verso i portali immobiliari più idonei, anche usando piattaforme multiposting che permettano la pubblicazione su più portali. Così, con un unico inserimento, si viene proiettati online con una forza dirompente e certamente inimmaginabile qualche anno fa». Anche in questo caso, però, tocca mettere mano al portafoglio perché i software – come OneClick Annunci o OfficeCasa – richiedono un abbonamento o una fee, dai 100 ai 1.500 euro l'anno in base al tipo di prodotto. La seconda "dritta", aggiunge Bellini, è «selezionare uno o più tra i portali principali, facendo una scelta di campo, e poi abbonarsi a portali locali o comunque di nicchia».
E se i portali a pagamento sono di norma quelli più curati, aggiornati e di sicuro effetto, resta da considerare l'opportunità di essere presenti su realtà piccole o più recenti, legate ancora a una fase promozionale, dove l'annuncio viene inserito gratuitamente, anche se a promuoverlo è un'agenzia con un pacchetto da 300 immobili da pubblicare. Per loro, i prossimi due-tre anni saranno senz'altro cruciali per capire se il modello di business adottato è sostenibile sul mercato.
Fonte : Il Sole 24 ore.com