lunedì 26 novembre 2012

Si intravede uno spiraglio di luce


Secondo il sondaggio, nel terzo trimestre 2012 sono proseguite le difficoltà del settore immobiliare, pur con una minore intensità rispetto al quadro molto negativo emerso nel trimestre precedente. Continuano a prevalere indicazioni di flessione delle quotazioni, si indeboliscono i flussi di nuovi incarichi a vendere e anche le aspettative a breve degli operatori rimangono orientate al pessimismo, ma con una certa attenuazione rispetto a quanto riscontrato in primavera, in relazione sia al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale. Per quest’ultimo, inoltre, le prospettive appaiono meno sfavorevoli nell’orizzonte di due anni.
Entrando maggiormente nel dettaglio delle rilevazioni, svolte sulla base di interviste a oltre 1.500 operatori su tutto il territorio nazionale, si nota innanzitutto che la quota di agenti che ha segnalato una diminuzione dei prezzi è rimasta pressoché stabile al 74,8%; la tendenza al ribasso si è accentuata nel Nord Est (79,3%, contro il 72,2 di luglio) e si è attenuata nel Nord Ovest e al Centro.
La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile è scesa al 55,7 %, con una riduzione del 7% rispetto al trimestre precedente. Il saldo tra risposte di aumento e di diminuzione rispetto al periodo precedente delle giacenze di incarichi a vendere ha continuato a crescere nell’estate, attestandosi al 42,2% (contro il 40,8 di luglio). In merito alle cause prevalenti di cessazione degli incarichi, è rimasta stabile la quota di agenzie che segnalano l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati (circa il 64% del totale), mentre è aumentata quella di operatori che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (al 49,9%).
Nel terzo trimestre il margine di sconto medio dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali è risultato invariato rispetto a luglio, al 15,4%, così come il tempo medio di vendita, 8,2 mesi. Infine, la percentuale di acquisti effettuata tramite l’accensione di un mutuo è scesa al 59,6%, dal 64,7 della precedente indagine, per una riduzione, comune a tutte le aree geografiche, ma più accentuata in quelle non urbane.
In ottobre, il saldo percentuale tra giudizi favorevoli e sfavorevoli sulle attese a breve termine, relativamente al mercato di riferimento delle singole agenzie, ha mostrato un recupero, pur rimanendo su valori negativi (-41,6% contro il precedente -53,5%). Il saldo positivo relativo alle attese dei nuovi incarichi a vendere è aumentato a 18,6 punti percentuali, dal 10,2 nella precedente rilevazione, mentre le previsioni sull’andamento dei prezzi nel breve termine sono risultate sostanzialmente invariate sui livelli negativi di luglio: il 70,6% degli operatori si attende una flessione, mentre è trascurabile la quota di coloro che ne prefigurano un incremento.
Inoltre, è aumentata la percentuale delle agenzie che ravvisa nei provvedimenti di tassazione della proprietà immobiliare un’ulteriore causa di debolezza della compravendite (78%, dal 75,6%) e dei prezzi (all’81% per cento dal 77%), mentre si è i ridotta quella di coloro che vi riscontrano uno stimolo agli incarichi a vendere (al 60,4%, dal 63), ed è aumentata la quota di operatori secondo cui l’inasprimento fiscale avrebbe contribuito ad accrescere il numero delle locazioni e degli incarichi a locare (al 56,1% dal 51,4 di luglio).
Le attese a breve sul mercato nazionale, infine, hanno mostrato un recupero. Il saldo percentuale fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre corrente si è portato a -53,7 punti (-62,2 in luglio), con una attenuazione più apprezzabile al Centro e nelle aree urbane. Ma il quadro appare meno sfavorevole sugli orizzonti più distanti (prossimi due anni): il saldo negativo tra le attese di miglioramento e di peggioramento si è quasi dimezzato rispetto all’inchiesta precedente, attestandosi a -11,4 punti percentuali (era -22).

Fonte Attico.it

Nessun commento: