lunedì 7 gennaio 2013

Mercato Immobiliare: la trappola dell’affitto con riscatto

Vi propongo la lettura di questo interessante post, scovato sul web, rappresenta una situazione che può capitare di incontrare, apparentemente ideale in realtà nasconde dicerse trappole.Buona lettura.

La crisi del mercato immobiliare sta investendo in pieno il nostro paese e sono ormai cinque anni che il continuo crollo delle compravendite preoccupa non poco gli addetti ai lavori che si trovano a dover fare i conti con sempre meno vendite e sempre più disponibilità di case in offerta.

Le prospettive per i prossimi anni non sembrano lasciar trasparire alcun segnale di inversione di tendenza, anzi il perdurare della crisi crea spazio per la facile profezia di un consistente calo dei prezzi diluito presumibilmente in un lungo arco temporale.

La cupa visione del futuro del mattone è certamente condivisa dagli istituti finanziari che già da tempo hanno smesso di elargire mutui senza una robusta contropartita di garanzie e comunque prevalentemente per quote inferiori al 60 percento del valore dell’immobile.


Risulta quindi comprensibile che gli aspiranti venditori e i professionisti del settore analizzino proposte alternative all’acquisto con mutuo e si ingegnino ad adottare formule in grado di invogliare nuovi acquirenti che altrimenti avrebbero difficoltà ad accostarsi alla proprietà.

Uno dei prodotti più in voga al momento risulta essere quello dell’affitto con riscatto. La formula prevede che l’inquilino sottoscrittore si impegni a comprare casa trascorsi tot anni di utilizzo in affitto potendo contare nel conteggio delle somme versate per l’affitto come quota a pagamento dell’immobile.

A prima vista potrebbe sembrare una soluzione geniale che “salva capra e cavoli” rendendo i contraenti indipendenti dalla disponibilità delle banche ad erogare finanziamenti e nel contempo consente a venditori ed acquirenti di concludere l’affare con soddisfazione di entrambe le parti. Peccato che analizzando con attenzione i vari termini della questione si scopre che dietro l’angolo si nascondono varie controindicazioni.

1) Innanzitutto pochi venditori sono disposti a barattare una vendita secca in tempi brevi con incasso immediato delle somme pattuite contro una alienazione lenta e lo stillicidio delle rate mensili protratto per anni. Chi per vari motivi ha bisogno di chiudere l’affare in poco tempo non può adottare questa formula.

2) Inoltre i contratti di questo tipo prevedono dei canoni più alti della media di quelli normali, solitamente il 15% più alti, per venire incontro alle esigenze dei venditori.

3) Poi occorre precisare che in fase di stipula di questi contratti di affitto con riscatto di solito non viene coinvolto il notaio quindi vengono a cadere tutti quei controlli di rito tipici dell’approssimarsi al rogito che garantiscono la corretta individuazione e classificazione dell’immobilie e della proprietà. In parole povere l’affittuario si impegna da subito a comprare una casa senza che sia stata controllata la veridicità dei termini del contratto di acquisto.

4) Ma l’aspetto più pericoloso dell’affitto con riscatto è l’assoluta mancanza di garanzie per l’acquirente nel caso in cui il venditore dovesse incappare in un fallimento. La giurisprudenza non prevede né la restituzione delle somme versate a titolo di futuro acquisto né la possibilità di utilizzarle per comprare l’abitazione. Infatti nel caso in cui si voglia comunque esercitare il diritto di riscatto occorrerà versare per intero il prezzo congruo originale dell’immobile.

5) In un periodo conclamato di crisi del mercato immobiliare con prezzi previsti al ribasso negli anni a venire potrebbe risultare disdicevole fissare oggi il prezzo che si pagherà domani, ci si potrebbe facilmente ritrovare a dover spendere cifre dal 5 al 20 per cento più alte della media degli immobili equivalenti in zona in quel periodo.

Come sempre il mio consiglio è di valutare attentamente e con prudenza ogni proposta e di non aver fretta a firmare per la smania di sentirsi proprietari il prima possibile. Meglio controllare e far controllare tutti i termini dell’affare con uno sguardo ampio e aperto sia al mercato della propria zona di riferimento sia nei confronti del periodo economico e delle aspettative di crescita o decrescita.

Di questi tempi è più profittevole risparmiare pazientemente ed aspettare che il calo dei prezzi delle case sia maturato fino a valori congruenti con il ridotto potere d’acquisto delle famiglie o magari impiegare parte dei propri soldi per migliorare la propria attività o posizione professionale.

Fonte : aiutomutuo.finanza.com

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